“Se hai commesso un’errore e sorridi, significa che hai già individuato su chi scaricare la colpa”

Siamo cresciuti col ricordo del “non sono stato io!” detto da bambini incapaci (per ancora non maturazione) di assumersi le proprie responsabilità, ma poi abbiamo proseguito in età adulta (e quindi teoricamente maturi) con “l’inquinamento ambientale è colpa delle grandi multinazionali” o “le scuole non sono in grado di educare i miei figli”…

In questo modo il ruolo di ogni soggetto nel cambiamento sociale o naturale tende a diminuire fino ad annullarsi. Ci trasformiamo così, nel popolo dei “lamentoni” che danno la responsabilità di tutto al sistema socio-economico, e non fanno nulla per permettere il cambiamento. Ma scaricare sempre la colpa sugli altri, anche se comodo, porta con se molte difficoltà come ricercare chi incolpare a discapito dell’individuare le cause del problema; portandoci così verso l’immobilismo più assoluto; arrivando poi alla perdita di autostima dal momento che assumeremo che tutto ciò che ci circonda è fuori dal nostro controllo.

Come recitava Totò “nessuno nasce imparato” e per questo motivo nessuno deve impedirsi di sbagliare. Invece che scaricare le nostre responsabilità sugli altri dovremmo ricordarci che sbagliare è umano e prenderci la nostra parte di responsabilità ci nobilita.

Un esempio è quello che può essere dato da un genitore che sbaglia e che ammettendo il proprio errore dimostra al figlio, l’umanità dei propri limiti. Un genitore non potrà pretendere di essere sempre il riferimento, ma dovrà arrivare a rendersi conto che anche lui avrà dei limiti, ma anche che quei limiti forse i figli riusciranno a superare.

Per ulteriori informazioni
roberto.ercolani@psicologoweb.net
0549.887412 – 349.3520327

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