Perché facciamo quello che gli altri fanno? L’uomo dall’alba dei tempi necessita di approvazione. E questa conferma viene ricercata nella relazione con gli altri. Ma se da una parte, questo continuo rispecchiarsi negli altri corrisponde al fondamento della socialità, dall’altra può accadere che non sentosi al pari degli altri, ci si lasci convincere dai pensieri o dalle opinioni di chi consideriamo degno di fiducia, senza porsi il problema di quello che si pensa realmente, subendo così passivamente, una posizione politica, intelletiva, sportiva o sociale.
Questo è quello che accade spesso attraverso la massificazione delle opinioni. Un esempio lampante è quello di FaceBook, dove attraverso immagini di forte impatto emotivo (che spesso chiamano in causa bambini, donne o animali), si propongono pensieri di odio e di rancore nei confronti di razze o culture differenti dalla nostra. Così con la “semplice” condivisione, non si fa altro che aumentare il peso di quel pensiero senza nessun aspetto propositivo.
Un verso della canzone “Voglia di Gridare” di Daniele Silvestri recita “Ti è mai venuto in mente che a forza di gridare; la rabbia della gente non fa che aumentare […] Immagina uno slogan detto da una voce sola; è debole, ridicolo, è un uccello che non vola; ma lascia che si uniscano le voci di una folla; e allora avrai l’effetto di un aereo che decolla”. Per questo motivo è sempre importante mettere in discussione quello che viene proposto, anche verificandone le fonti, senza diventare ripetitori passivi di messaggi distruttivi. Come recitava Albert Einstein “Le cose sono impossibili da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e le inventa”. Quindi ricordiamo di inventare al meglio il nostro futuro.
Per maggiori informazioni
roberto.ercolani@psicologoweb.net
0549.887412 – 349.3520327