PerPotremmo anche definirlo il “bisogno di credere”. Con questo articolo non mi voglio riferire alla religione che per definizione si basa su un atto di fede, ma al bisogno umano di non sentirsi isolati.
Sì è suggestionati quando la ragione si convince delle argomentazioni poste alla base della persuasione senza, quasi, che l’aspetto critico venga chiamata in gioco. Naturalmente, per fare questo, la suggestione deve passare dagli aspetti emotivo, quelli che sentiamo più vivi, come ad esempio la gioia, la paura o la rabbia.
Ora definiamo due tipi di suggestione che risponde ai bisogni umani: quelle utili o quelli dannosi. Sembrerà una banalità, ma molto spesso, pur di avere una risposta che non siamo riusciti a trovare nella scienza, nella cultura o nella religione, ci affidiamo semplicemente a chi o cosa riesce a suggestionarci per prima, dandoci quella spiegazione che abbiamo per tanto tempo cercato e che mai nessuno ci ha dato. Allora possiamo aggiungere un’altra caratteristica alla suggestione: più la suggestione è semplice e più facilmente sarà accettata.
Una suggestione rimane sempre utile, se non compromette il normale funzionamento dell’individuo e non compromette il rapporto con le persone vicine. Credere intensamente in qualcosa che ci aiuta (possiamo fare l’esempio di quei braccialetti che erano stati commercializzati un paio di anni fa) sicuramente non ci farà peggiorare le nostre capacità, ma probabilmente ci spingerà ad osare di più. Ma quello a cui dobbiamo porre attenzione è il vincolo che questa suggestione ci pone. Un braccialetto ci vincola ad indossarlo, ma una cura miracolosa a cosa ci vincolerebbe?
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Dott. Roberto Ercolani
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