Essere Padre

Domani, tradizionalmente, sarà la Festa del Papà. Ma cosa vuole dire essere padre? Nel passato questo ruolo lo si acquisiva nel momento in cui si prendeva in braccio il proprio figlio. Oggi non è più così, poiché quasi come le madri, i padri sono più capaci di vivere l’attesa nella preparazione al compito che li attende con tutte le ansie, le preoccupazioni e le grandi aspettative che ne conseguono.

La psicologia ha sempre visto il ruolo del padre, come ruolo protettivo, un’icona dell’autorità e colui che deve accompagnare il figlio nel mondo esterno. Una figura rassicurante ma al tempo stessa anche fredda e un po’ lontana. Oggi il coinvolgimento degli uomini moderni è più assiduo e più concreto. La figura del padre, acquisisce così un ruolo determinante e di notevole importanza per la crescita psicologica e per l’identità sessuale del bambino/a. Dal punto di vista antropologico si sono susseguiti svariate modifiche del ruolo paterno hanno caratterizzato la storia, passando dal padre autoritario, al padre assente al padre presente.

Il padre dei nostri giorni, è quini un padre che sembra avere raggiunto un equilibrio con la figura femminile, attraverso una concreta capacità di integrazione e come dice Galimberti, la figura paterna deve rappresentare il “custode prediletto della maternità, deve cioè far sì che la madre possa occuparsi serenamente del nascituro, sostenuta e protetta dal suo compagno di vita. Essere padre è prima di tutto essere marito. Ma cosa accade quando la coppia si separa? Si perde un ruolo (quello di compagno) ma non quello di padre, che naturalmente dovrà essere rinforzato e gestito nella maniera più utile per proteggere il figlio.

Per maggiori informazioni
roberto.ercolani@psicologoweb.net
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