Le regole hanno la funzione di controllare e a mettere in ordine ciò che per natura potrebbe essere figlio del caos.
Regole di civiltà, regole amministrative, regole di sicurezza, regole di buon senso… regole che individui e folla sono tenuti a rispettare, ma a differenza degli individui la folla ha più facilità nell’infrangere. Si pensi a ciò che accade nelle manifestazioni politiche, dove anche un sit-in pacifico, può in breve tempo trasformarsi in una sommossa popolare a causa di “pochi” facinorosi. Uno spintone, una parola di troppo, una persona che se ne frega delle regole, fa si che le persone che gli sono vicine senza accorgersene e senza pensarci troppo si trovino anche loro a infrangere delle regole. In talune circostanze prestabilite, e soltanto in tali circostanze, un agglomeramento di uomini possiede caratteri nuovi, molto diversi da quelli degli individui di cui esso si compone. La personalità cosciente svanisce, così che i sentimenti e le idee di tutte le unità sono orientate in una stessa direzione. Si forma cioè un’anima collettiva, senza dubbio passeggera, ma che presenta ben precisi caratteri.
Per semplificare, se entrassi in un parcheggio e le macchine fossero tutte dentro le righe, il parcheggio seguirebbe un ordine utile a tutti coloro che avranno parcheggiato. Ma se dentro al parcheggio una macchina fosse fuori posto, anche le macchine vicine probabilmente ne avranno subito le influenze. Così se nel parcheggio fossero tante macchine fuori posto (a non seguire le regole), alla fine si otterrebbe che tutte le macchine sarebbero parcheggiate fuori posto e ne impedirebbero l’utilizzo.
Unico modo di non far si che il parcheggio diventi un caos disorganizzato è decidere di non seguire le influenze della macchina vicina, che consideriamo non corretta e imporsi di rispettare le regole e i doveri che ci spettano… ma questo non sempre è facile.
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