I dati del 2016 indicano che nel mondo sta crescendo sempre più il numero di chi sceglie le “sigarette elettroniche”. A chi non è capitato di veder “svapare” (termina che sta ad indicare il fumare le e-sigarette che emettono vapore) in giro per il paese?
Ma quando si parla di sigarette bisogna fare una distinzione tra i danni provocati dagli elementi prodotti dalla combustione del tabacco raffinato e i danni prodotti dalla dipendenza fisica e psicologica.
Se per quanto riguarda i primi, sembra che la sigaretta elettronica riesca a proteggere abbastanza, poiché non avviene la combustione del tabacco, ma solo la vaporizzazione del liquido contenuto all’interno della “sigaretta”; per quanto riguarda la dipendenza le cose cambiano notevolmente. Prima di tutto se il liquido dovesse contenere tabacco (il consumatore può infatti scegliere tra liquidi con e senza tabacco), il fisico del fumatore continuerà ad essere soggetto al bisogno di fumare per introdurre l’elemento di dipendenza. Sfortunatamente, da quanto affermano gli studi, il problema non è dato solo dalla dipendenza fisica, ma principalmente dalla dipendenza psicologica (dipendenza comportamentale), ovvero dall’abitudine di fumare. I significati possono essere differenti: fumare per distrarsi da quello che sta accadendo, oppure per concentrarsi su qualcosa di importante, per socializzare, per rabbia, per scaricare lo stress, o semplicemente perché ci si è abituati che dopo il caffè bisogna fumare… in qualsiasi caso il fumare è un segno di dipendenza da qualcosa di esterno per aiutarci a fare qualcosa che dovremmo essere già in grado di fare, quindi si dovrebbe prendere in considerazione il fatto di poter tornare ad essere liberi e forti del proprio essere indipendenti. E tu come sei?
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