Oltre al 15% delle persone soffre di depressione. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma ha la sua frequenza maggiore trai 25 e i 44 anni ed è due volte più comune nelle donne adulte, mentre per i bambini/adolescenti non c’è distinzione di sesso.
La “giornata no”, non è da considerarsi disturbo depressivo, ma è considerato calo d’umore passeggero. Il problema si pone se queste “giornate no” persistono per lungo tempo portando con sé stanchezza, pensieri negativi, e spesso costringendo a sentire la vita come dolorosa e senza senso (“dolore del vivere”). Mancano allora le energie per fare qualsiasi attività, fisica e mentale. Guardando la propria vita, tutto appare un fallimento, un susseguirsi di perdite di cui spesso ci si sente colpevoli. Per questo è normale che chi soffre di depressione tenda ad isolarsi.
Spesso sono quindi le persone vicine (familiari) ad accorgersi che la persona è depressa, ma sfortunatamente non è facile far capire alla persona che soffre di depressione, che il primo a poter mettere in duscussione il male è proprio lui. Risulta inutile stimolare alla attività, se prima non si sarà riusciti ad entrare in sintonia con il dolore di vivere che la persona sta vivendo. Quindi il primo passo per affrontare la depressione, è la comprensione.
Da questa comprensione si svilupperà la possibilità di potresi appoggiare e quindi farsi sostenere sulla base di un rapporto di fiducia e di stima. La persona che entrerà in sintonia con il depresso, rappresenterà il barlume di speranza, la porta di uscita dal male di vivere. Naturalmente molto incide il tempo trascorso dall’esordio della depressione e l’intrevento terapeutico. Per questo dobbiamo essere molto attenti ad aiutare chi ci sta chiedendo di essere aiutato.
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