Per iniziare a parlare di comunicazione, uno dei principali studiosi di questa materia è stato Paul Watzlawitk che con il suo libro “Pragmatica della comunicazione umana” definisce in maniera precisa, più di mezzo secolo fa, i 5 assiomi alla base della comunicazione.
Il primo di questi assiomi ci insegna che non si può non comunicare. Qualunque comportamento, infatti, comunica qualcosa: “anche il silenzio può essere assordante”. Il secondo assioma, poi, chiarisce che all’interno di ogni comunicazione va distinto il livello del contenuto (che cosa stai comunicando) e il livello della relazione (che tipo di relazione vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi). Il terzo assioma spiega che l’interpretazione della comunicazione dipende dalla valutazione soggettiva delle comunicazioni fatte: è molto più facile colpevolizzare l’altro/a avvalorando la propria tesi prendendo stralci di comunicazione piuttosto che valutando oggettivamente tutto il contenuto. Il quarto assioma differenzia la comunicazione analogica da quella numerica (o digitale): la comunicazione analogica si basa sulla somiglianza (analogia) tra la comunicazione e l’oggetto della comunicazione; mentre la comunicazione numerica riguarda invece l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica, cioè di segni usati convenzionalmente per designare qualcosa. Il quinto e ultimo assioma della comunicazione umana spiega che tutte le interazioni tra comunicanti possono essere di due tipi: simmetriche (di pari livello) o complementari (su piani diversi: esempio docente-discente).
Naturalmente ogni assioma è interdipendente dagli altri e quindi a seconda del contesto, degli interlocutori e dello scopo della comunicazione, varieranno significativamente. Settimana prossima cercheremo di capire le caratteristiche della comunicazione tra partner. Intanto per maggiori informazioni:
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