“Mi lamento, quindi esisto”

Se Cartesio fosse ancora vivo, oltre ad avere la vetusta età di 422 anni, forse esprimerebbe la certezza indubitabile che l’uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante con le parole: “mi lamento, quindi esisto”.

Potremmo usare decina di proverbi come “l’erba del vicino è sempre più verde” o “a chi troppo e a chi niente” per descrivere come la mente umana sia portata a vedere con invidia i successi delle altre persone, senza portare l’attenzione che merita l’impegno e la dedizione per ottenere tale successo. E’, infatti, molto più facile pensare che una persona sia fortunata, che pensare che quella stessa persona abbia lavorato duro per ottenere quel risultato; poiché credere che sia stato merito della fortuna, deresponsabilizza chi non c’è riuscito.

Così come si da credito alla continua sfortuna, si guarda anche il mondo criticando le cose che non vanno, senza però fare niente per cambiarle. Per esempio ci si lamenta del fatto che i parchi siano sporchi o i bidoni sempre pieni, ma se camminando si incontra una cartaccia abbandonata o portata dal vento, la si lascia li deresponsabilizzandosi con il pensiero “non l’ho mica buttata io!” e magari un bambino stimolato dagli educatori a mantenere pulito il proprio ambiente, vedendo l’adulto che indifferente calpesta la cartaccia, acquisisce una nuova nozione “essere grandi vuole dire non dare importanza a ciò che non è proprio”. In matematica e fisica si chiama “effetto farfalla”, cioè l’interdipendenza degli avvenimenti, per cui anche l’evento più piccolo potrà influire su quello più grande.

Se, quindi, vorresti che le cose cambiassero, ricordati che il cambiamento dovrà iniziare proprio da te.

Per maggior informazioni
roberto.ercolani@psicologoweb.net
0549.887412 – 349.3520327

Lascia un commento

Follow by Email
YouTube
LinkedIn
LinkedIn
Share
Telegram