Quando si era bambini, alle marachelle corrispondeva il ricatto dei genitori “se continui così, vedrai che non troverai nulla sotto l’albero!”, e questo era sufficiente a far recuperare il senso del rispetto e del dovere che stava maturando dentro noi. Così da adulti possiamo individuare il senso educativo di questo ricatto natalizio.
Oggi, da grandi, riconosciamo nel Natale quel significato sociale, di condivisione, unità e famiglia che la festa sottende, e per questo motivo diviene normale ricercare in tutto quello che accade, l’incontro nella relazione con gli altri. Proprio il Natale ci spinge ad essere più accomodanti e alcune volte anche ad andare contro le nostre idee e i nostri interessi nel tentativo di assecondare le persone a cui vogliamo più bene. Ma questo, è un comportamento che è da ritenersi corretto? Sì, nell’occasione particolare dettata dallo spirito natalizio, ma assolutamente no nella vita di tutti i giorni. Infatti alla base di ogni nostra decisione, dovrebbe essere sempre presente il concetto di assertività (comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore). Dovremmo essere quindi sempre in grado di trovare il giusto compromesso tra i nostri bisogni e quelli degli altri, trovando il modo di vivere una relazione paritetica e che sia sempre stimolante il cambiamento ed il miglioramento di ognuno degli interlocutori.
E’ proprio il fatto di non ascoltare i bisogni che viviamo, non considerandoli rilevanti o definendoli meno importanti di quelli degli altri, che perdiamo la capacità di credere in noi stessi e di migliorarci e giorno dopo giorno.
Quindi a Natale ricordiamoci di essere più buoni, ma solo con chi farà lo stesso con noi.
Buon Natale a tutti i lettori
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