Raptus

Troppo spesso la cronaca ci riporta tragiche notizie come quella di qualche settimana fa, in cui un padre ha ucciso la figlia di 18 mesi. Come al solito, i vicini parlano di un uomo comune, “un uomo normale” che aiutava la famiglia, ed è proprio questa normalità che fa paura. Infatti dopo più di un secolo di studi sulla mente umana, è ancora difficile prevedere gli schemi di chi soffre di una patologia, ma è ancora più complesso predire gli agiti di chi si definisce “normale”.

omicidio-di-una-personaIl “raptus” definisce un impulso improvviso e di forte intensità che porta il soggetto ad episodi estremi, in genere violenti. Deriva da un sovraccarico di ansia, stress e frustrazione che non viene gestita e può portare ad una momentanea perdita della capacità di intendere e di volere. Metaforicamente si potrebbe pensare ad una pentola a pressione in cui le valvole (gli sfoghi) non funzionano, e che esplode, per poi tornare magicamente “normale”.

In queste situazioni sono le persone più vicine che se ne possono accorgere e che allo stesso tempo possono subire l’esplosione.

Nel caso dell’uomo di Ancona, potrebbe essere stato sufficiente un pianto ingestibile o la mancanza del sonno a far scattare la scintilla, tenendo presente anche un fatto molto importante: i primi due anni della vita di un bambino, sono completamente dipendenti dal legame col materno. In questo l’uomo può sentirsi estromesso dalla famiglia e in particolare dal rapporto di coppia, essendo la compagna completamente presa dal suo ruolo di mamma.

Le indagini faranno chiarezza, ma probabilmente la completa verità rimarrà soltanto dentro alla mente di chi ha sferrato quelle tre coltellate.

Per maggiori informazioni

roberto.ercolani@psicologoweb.net

0549.887412 – 349.3520327

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