Saper educare

Non è facile imparare, ma è molto più difficile insegnare, tanto che esiste la figura professionale dell’educatore. I maestri, gli insegnati, i professori, sono il primo riferimento che viene in mente pensando a chi educa, ma non sono gli unici. Il bambino, ad esempio, impara dall’ambiente in cui vive e quindi un ambiente sereno insegnerà il rispetto, un ambiente amorevole insegnerà l’affettività, mentre un ambiente ansioso insegnerà l’insicurezza e un ambiente aggressivo insegnerà a non rispettare i bisogni.

Autonomia, autostima, creatività: questi i tre assi principali su cui l’educatore deve puntare nell’educazione dei giovani e l’unico modo per farlo è permettendo all’educando di responsabilizzarsi.

Essere autonomi equivale a crescere la propria indipendenza giorno dopo giorno e non attraverso delle tappe precise e prefissate. Siamo abituati a riferirci, ad esempio, alla responsabilizazione con il compimento della maggiore età, ma se il ragazzo non sarà stato abituato a crescere, i 18 anni non faranno scattare un interruttore che cambierà qualcosa nel suo di comportarsi. La coscienza di responsabilità dovrà essere nutrita dal primo giorno in cui il bambino capirà che quello che compie causa delle conseguenze. Proprio questa possibilità di influire sul mondo circostante sarà fondamentale nella costruzione di una buona autostima, permettendo al maturando di riconoscersi capace di costruire un cambiamento: il proprio. Per finire, attraverso le esperienze e gli sbagli fatti (prove ed errori), si potrà avere la possibilità di sviluppare la creatività, ovvero quella capacità di improvvisazione nelle esperienze di vita. E’ vero che non tutte le esperienze devono essere fatte per riconoscerle come buone o cattive, ma sicuramente ce ne devono essere di basilari, per poter maturare quella capacità di previsione e di interpretazione.

Per maggiori informazioni

roberto.ercolani@psicologoweb.net

0549.887412 – 349.3520327

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