Perché sogniamo?

La mente non si spegne mai, ma ha bisogno di utilizzare dei momenti per recuperare e fare ordine tra le informazioni che vengo acquisite durante lo stato di veglia. I sogni rappresentano così una porta di ingresso alla mente. Secondo Tobie Nathan, etnopsichiatra francese, nel sogno si rivelano aspetti che durante la giornata rimangono nascosti: il sonno permette quindi all’inconscio di parlare attraverso immagini significative, con le quali affrontiamo nodi lasciati in sospeso a livello cosciente.

Infatti i sogni sono la somma del nostro passato (esperienze), del nostro presente (scelte) e del nostro futuro (obiettivi), che attraverso i contenuti onirici vengono condensati in immagini più o meno facili da leggere.

Una volta, quando non si riusciva ad affrontare un dato problema, si era soliti dire: “dormici sopra”, non con l’intento di non pensarci, ma con l’aspettativa di permettere alla mente di elaborare quanto stava accadendo. Infatti nella logica e razionalità della quotidianità, siamo soliti prendere in considerazione solo alcuni fattori: quelli che riteniamo più importanti. Nel sogno, invece, si prevede una maggiore possibilità di utilizzare tutti i contenuti inerenti, senza fissarsi su delle strategie esperienziali. Nel sogno la nostra mente è quindi più capace di mettere assieme i pezzi. Proprio per questo motivo dovremmo essere sempre capaci di comprendere i nostri sogni.

E se non ricordiamo i sogni? Alcuni studi hanno determinato che di media si fanno sette sogni a notte, ma più facilmente si ricorda solo l’ultimo sogno. Se non si ricorda nemmeno quello è probabile che l’inconscio stia facendo un opera di censura dei contenuti, non sentendosi pronto ad affrontarli. Quindi non ricordare i sogni potrebbe voler dire che qualcosa non sta andando nel verso giusto e che potrebbe essere utile mettersi in discussione.

Per maggiori informazioni

roberto.ercolani@psicologoweb.net

0549.887412 – 349.3520327

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